L’atelier sul mare

Andare verso l'inesplorato e se possibile ancora oltre

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Mentre leggevo L’atelier sul mare di Rimako Horikawa mi sono venute in mente le parole di Maria Lai: scegliere di essere “pane che lievita”.
Ho pensato che per compiere una scelta di questo tipo, dove nel mezzo passano la vita vissuta e quella desiderata, quella che cerchiamo di riparare e quella che non conosciamo ancora, sia necessario aprirsi all’inatteso, andare oltre il consueto.

Rubrica dell'albo illustrato L'atelier sul mare

Dettaglio – L’atelier sul mare

Rubrica dell'albo illustrato L'atelier sul mare

Dettaglio – L’atelier sul mare

La dimensione temporale degli anziani e dei bambini 

“Nonna, lei chi è?”
In questa domanda, che una bambina pone a sua nonna, risiede per me l’inizio del racconto. Il ritmo narrativo è lineare e sostenuto,  i personaggi non vengono presentati con i loro nomi, esistono e si raccontano attraverso i gesti, nella loro corposa presenza, nella pluralità delle loro emozioni.
In questa domanda è necessario mettersi comodi perchè bambini e anziani condividono una dimensione temporale che apre a ogni possibilità e che può scorrere parallelamente ad altre. In una di queste dimensioni prende voce la risposta della nonna, parte da lontano e scende nel profondo del suo vissuto.

“Beh, sono io”.
Un quadro su una parete. Un’altra bambina, la nonna. Un periodo della propria infanzia in cui sono successe “diverse cose brutte” che l’hanno portata a smettere di andare a scuola e a chiudersi in casa fino a quando una vecchia amica di sua mamma la invita a trascorrere del tempo insieme, una settimana per la precisione, nella sua abitazione in riva al mare in cui lei dipinge, prepara acqua al profumo di cocomero, cucina piatti di cui non si conosce il nome.

Rubrica dell'albo illustrato L'atelier sul mare

Dettaglio – L’atelier sul mare

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Dettaglio – L’atelier sul mare

“Benvenuta all’atelier sul mare!”

Si direbbe una casa laboratorio, accogliente, piena di libri di paesi stranieri, una luce abbagliante di giorno, di sera soffusa, un divano letto cigolante e il frinire degli insetti subito fuori la finestra. Un luogo esteriore, un luogo interiore.

Scegliere di essere pane che lievita è anche dare fiducia all’altro da noi, è aprirsi all’esperienza, è accogliere il guardare le cose con modalità alternative alle proprie.
Il quotidiano della bambina assume così sembianze diverse, la curiosità e lo stupore iniziali mutano in grande operosità, ascolto, osservazione, riproduzione. L’espressione visiva e artistica si manifestano sperimentando, giocando, imitando, in un ambiente non giudicante.
Mi torna alla mente di nuovo Maria Lai quando afferma che “le mani curano”, le mani del fare, mani che scoprono di saper fare, mani che attingono ad un sapere ancestrale incuranti dei canoni dell’estetica.

“Tutte le persone possono creare una storia dentro il loro cuore, perchè lì dentro siamo tutti liberi. Disegna pure ciò che c’è così com’è. Non importa come viene”

In questa esperienza, destinata ad imprimersi nella memoria per sempre, la bambina ha con sé tutta una serie di custodi più o meno dichiarati: l’amica della mamma e l’universo d’arte di cui è circondata; il mare, presenza costante che accompagna, si espande e si ritrae, che tinge le pareti annullando il limite delle superfici; il gatto, che quando ne hai uno in casa, impari a vederlo ovunque e in nessun luogo, come per magia.

“Ogni giorno è stato bellissimo”.
Lo credo anche io.

Rubrica dell'albo illustrato L'atelier sul mare

L’atelier sul mare

L’atelier sul mare
Rimako Horikawa
Kira Kira edizioni

L’atelier sul mare è stato inserito nella bibliografia The White Ravens 2023 con il suo titolo originale “Umi no atorie” edito da Kaisei-Sha. Ogni anno gli esperti di letteratura per l’infanzia della Biblioteca internazionale della gioventù selezionano e inseriscono nel catalogo White Ravens 200 titoli in circa 40 lingue differenti; il catalogo è una bussola per chiunque sia interessato ai libri internazionali per bambini e ragazzi.

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