Questa è una storia che “va in avanti”, è un percorso di consapevolezza che prende forma nelle trasparenze e nelle sovrapposizioni. Vorrei iniziare il mio racconto dalla porta d’ingresso. L’ospite inatteso e nientepopodimeno che la Tristezza!
Arriva senza preavviso e ci pervade. È una velatura più o meno intensa che conferisce a ciò che ci circonda sembianze diverse dall’ordinario, ha varie forme, apparentemente si adatta a noi più di quanto noi riusciamo ad adattarci ad essa. Tristezza siede accanto a noi quasi fino a soffocarci, ci segue ovunque, impossibile disseminarla.
La tristezza arriva senza preavviso
È una velatura più o meno intensa che conferisce a ciò che ci circonda sembianze diverse dall’ordinario
Quindi che fare?
Se a questa convivenza non si può venire meno, tanto vale imparare a conoscersi: Tu da dove vieni? Ti piace disegnare? Hai degli amici? Come per molti inizi capita di avvertire un po’ di imbarazzo, qualche pausa silenziosa, l’osservazione a distanza, per poi scoprire passioni comuni, la possibilità di affrontare insicurezze o paure insieme, essere i benvenuti l’uno per l’altra perché l’uno non esclude l’altra.
Questa è una storia che “va dentro”, conoscere l’altro per conoscere meglio sé stessi e viceversa. Un racconto che fa leva su un sentimento scomodo che il più delle volte fuggiamo o nascondiamo, perché la tristezza è oggettivamente difficile da gestire, la nostra e quella degli altri.
Tristezza qui ha una forma, ne abbiamo evidenza già in copertina e la sua concretezza è quasi un primo atto di consapevolezza. Poi il colore, la sagoma verdina che si ripete in ogni pagina diventa paradossalmente una rassicurazione, si fa meno opprimente.
Il colore è lente d’ingrandimento
Fra le pagine di Bienvenue Tristesse, come spesso accade nei libri illustrati, il colore contribuisce al ritmo della storia, è una velatura impressa a mano che si accosta alle illustrazioni, un po’ come la delicatezza con cui ci si dovrebbe avvicinare alle emozioni prima di conoscerle o riconoscerle davvero.
Il colore è fondamentale nell’evoluzione del racconto attraverso un gioco di pesi e di complementarità non solo cromatica, ma di senso.
I colori dominanti sono due: il verde di Tristezza e il rosso nel bambino, due colori che nel cerchio cromatico si posizionano agli opposti, sono complementari, sono uno freddo e l’altro caldo, se accostati conferiscono l’un l’altro brillantezza.
Bienvenue Tristesse non è un albo tematico, pagina dopo pagina ho smesso di vedere la tristezza come unico elemento della narrazione, Tristezza diventa presto il tramite per un racconto aperto alla condivisione e alla ricerca di un equilibrio più grande.
Bienvenue Tristesse – Eva Eland – Les Éditions des Éléphants 2019
When Sadness comes to call – edizione originale Andersen Press Ltd.